Il settimanale cita tra i punti di forza di STM la forte esposizione all’Asia, con un peso del 60% circa, l’Emea che pesa solo per il 25%, un dividend yield del 5% e una struttura finanziaria solida che vanta ben 1,2 miliardi di dollari di cassa netta.
Il piano strategico predisposto dal gruppo, ricordiamo, prevede la riorganizzazione in due segmenti di prodotto: Sense & Power and Automotive ed Embedded Processing Solutions, i cui mercati crescono a un tasso medio annuo rispettivamente del +4,8% e del +4,4% tra il 2012-2015 e dove STM presenta dei considerevoli vantaggi in termini di competitività. Il piano ha come obiettivo il raggiungimento di un ebit margin di oltre il 10% a livello di gruppo dal -8% del 2012, inoltre prevede l’uscita dalla joint venture ST-Ericsson, una partnership che ha pesato molto e in negativo su STM.
Gli analisti di Equita, invece, pur riconoscendo delle possibilità di miglioramento dei margini nel medio termine, ritengono che al momento la visibilità resti bassa, soprattutto considerando che il titolo ha messo a segno una performance del -7% negli ultimi tre anni e tratta a un rapporto enterprise value/vendite 2014 di 0,8 volte e a un rapporto prezzo/utile di 12 volte. Pertanto la sim mantiene il rating “hold” e il target price a 6,1 euro.