Nella giornata di ieri, che è stata caratterizzata dalla chiusura dei mercati europei a causa delle festività pasquali, lo yuan cinese è salito sui livelli più alti degli ultimi 19 anni a seguito della revisione al rialzo del prezzo di riferimento da parte della People’s Bank of China (Pboc) dello 0,02% a 6,2674 (livello più alto da maggio 2012). Intanto, la locomotiva economica dell’ex Impero Celeste torna a correre. L’indice Pmi manifatturiero è salito a 50,9 punti nel mese di marzo. A febbraio il Purchasing manager index si era attestato a 50,1 punti.
Il nuovo valore è il livello più alto da aprile 2012, anche se è stato più basso delle aspettative degli analisti finanziari che si aspettavano un balzo fino a 52 punti. Ad ogni modo il settore manifatturiero cinese mostra segnali di vitalità, considerando anche che l’indice Pmi continua a restare sopra la soglia dei 50 punti, che viene considerata dagli economisti come spartiacque tra espansione dell’attività economica e contrazione.
► RISCHIO BOLLA IMMOBILIARE IN CINA SECONDO BLACKROCK
L’intervento della Banca Centrale di Pechino sulla valuta locale nasce proprio dal bisogno di tenere a bada le pressioni inflazionistiche, dovute alla possibile crescita dell’economia a tassi sempre molto elevati in una fase storica molto delicata per la Cina che deve fare i conti con una crescente domanda interna, pressioni sui salari e il rischio di bolla sia nel settore immobiliare che in quello del credito.
► INVESTIMENTI IN YUAN CONSIGLIATI DA ALLIANZ
Lo yuan è salito dello 0,05% a 6,2080 dollari americani. Si tratta del massimo più alto da quando Pechino ha deciso di unificare i tassi ufficiali e di mercato nel 1993. A favorire la divisa cinese è stato anche il dato relativo all’indice Pmi manifatturiero americano, sceso a 51,3 punti sotto le attese degli analisti (54,2 punti), che stimavano un risultato invariato rispetto al mese precedente. Investire in yuan cinesi potrebbe essere una buona opportunità di lungo periodo secondo gli esperti del forex.