Sul mercato delle valute stiamo assistendo a una fase di bassa volatilità ormai da inizio settimana. Il tasso di cambio euro/dollaro resta inserito all’interno di un trend discendente di breve periodo abbastanza solido e ciò implica che è possibile assistere a nuove discese delle quotazioni. Il primo marzo il cambio ha toccato il minimo più basso da oltre due mesi a 1,2966, ma da questo punto ha recuperato velocemente fino a tornare nella giornata di ieri a 1,3075.
Il cambio euro/dollaro sta provando innanzitutto a non perdere il prezioso supporto di area 1,30. In questo modo i compratori possono mettere in atto una fase di accumulazione, per tentare nei prossimi giorni un rimbalzo verso 1,3160 prima e 1,32 poi. Tuttavia, nonostante il buon andamento dei mercati azionari e la discesa degli spread, l’euro non sembra avere quella forza necessaria per salire con decisione sopra la resistenza di breve periodo di area 1,3080 – 1,31.
► BORSA DI WALL STREET TOCCA NUOVI RECORD STORICI
La moneta unica, che è storicamente correlata positivamente con l’equity e inversamente con gli spread, fatica a rialzare la testa. A questo punto non va escluso che alla prima chiusura giornaliera negativa sotto 1,30, il cambio euro/dollaro possa fare i conti con un brusco aumento della pressione dei venditori con target posti a 1,2880 prima e 1,2750 poi.
► EURO NON FALLIRA’ SECONDO CREDIT SUISSE
Sul forex gli investitori sono ora in attesa della pubblicazione del Beige Book della Fed, in programma stasera alle ore 20 italiane. Nel frattempo questa mattina sarà diffuso il dato sul pil preliminare europeo nell’ultimo trimestre dello scorso anno. Il cambio euro/dollaro dovrebbe continuare a muoversi tra 1,31 e 1,30, a meno che non avvenga un breakout esplosivo di uno di questi due importanti livelli tecnici.