E’ un momento negativo per la moneta unica, che risente dei segnali poco incoraggianti provenienti dagli indicatori macroeconomici dell’area euro e dell’incertezza sulle prossime scelte della Fed in tema di politica monetaria. Inoltre, a questo si aggiunge il nervosismo degli investitori per la tornata elettorale in Italia, dove si teme una clamorosa deriva populista e quindi anti-europeista in caso di vittoria di Berlusconi o Grillo. Sul forex il tasso di cambio euro/dollaro è crollato ieri a 1,3160, sui minimi più bassi delle ultime 6 settimane.
La debolezza dell’euro riflette la delusione degli investitori per i recenti dati macroeconomici pubblicati nella zona euro. Solo la Germania fornisce qualche indicazione positiva, come l’indice Zew sui valori più alti dal 2010, mentre si allarga il divario di competitività tra Berlino e Parigi (mai così ampio dal 1999). Ieri hanno deluso anche gli indici Pmi dei servizi e manifatturiero, soprattutto in Francia. Hanno reagito male le borse europee, crollate sotto i colpi delle vendite.
In particolare Piazza Affari ha perso più del 3%, anche a causa dell’incertezza elettorale. In crescita gli spread sovrani della periferia europea: non è un’indicazione positiva per l’euro, che da tempo ha una correlazione inversa con l’andamento degli spread. Sul forex il cambio euro/dollaro sta provando a rimbalzare e finora è riuscito a salire fino in area 1,3220.
Tuttavia, il trend ribassista di breve periodo resta ancora molto solido, per cui non va escluso che anche oggi possa esserci un proseguimento del ribasso con nuovo test dell’area di supporto di 1,3160. In caso di perdita decisa di area 1,3160 – 1,3150, il cambio euro/dollaro dovrebbe spingersi fino a 1,3120 prima e 1,31 poi.