La nuova ottava sui mercati finanziari si è aperta all’insegna della prudenza, dopo che venerdì il dato sul mercato del lavoro negli Stati Uniti ha dato indicazioni contrastanti. Negli ultimi giorni il biglietto verde sta rialzando la testa, approfittando dell’accordo sul fiscal cliff, raggiunto in over time dopo la mezzanotte del 31 dicembre, ma soprattutto dei rumors che vogliono la Fed pronta a programmare una exit strategy relativamente alla politica monetaria ultra-espansiva. In particolare, la Fed potrebbe fermare il piano di acquisto di bond entro fine anno.
Le aspettative di interruzione del piano di quantitative easing, attualmente pari a 85 miliardi di dollari al mese, potrebbero favorire il dollaro americano nelle prossime settimane dopo che da metà novembre scorso c’è stato un massiccio flusso di vendite sul greenback, che è riuscito a mettere il turbo solo contro lo yen giapponese. Sul forex il tasso di cambio euro/dollaro è sceso venerdì sui minimi più bassi da oltre venti giorni a 1,2997.
► FED POTREBBE FERMARE PIANO ACQUISTO TITOLI ENTRO FINE 2013
L’approdo in area 1,30, soglia psicologica e supporto di breve periodo molto importante, fa pensare che da questi livelli potrebbe esserci un movimento di reazione dei compratori, in parte già visto nell’ultima seduta con ritorno sopra 1,3050. Stamatttina, il cambio ha sfiorato quota 1,3080 ma poi è sceso nuovamente fino a trovare supporto a 1,3016.
► WALL STREET TORNA AI LIVELLI DI DICEMBRE 2007
Nel brevissimo periodo è possibile stimare un rimbalzo tecnico verso 1,31 prima e 1,3150 poi solo in caso di breakout esplosivo della micro-resistenza di 1,3050 e del top di oggi posto attualmente a 1,3078. Se, invece, dovesse avvenire un nuovo pesante calo dei prezzi con ritorno sotto 1,30, è probabile che il cambio euro/dollaro possa approfondire i ribassi nei prossimi giorni con target in area 1,29 – 1,2880.