L’accordo raggiunto negli Stati Uniti sul fiscal cliff è stato accolto grande soddisfazione dagli investitori mondiali. Ieri le borse di tutto il mondo hanno brindato all’intesa, mettendo a segno rialzi spesso spettacolari. Tuttavia, l’accordo ha risolto il problema solo dal lato delle imposte, mentre i tagli alla spesa pubblica – che nel 2013 saranno pari a 110 miliardi – sono stati rinviati di due mesi. Lo stesso Barack Obama ha dichiarato che l’intesa raggiunta solo due ore dopo la mezzanotte del 31 dicembre è “solo un primo passo nella lotta al deficit, che resta troppo elevato”.
Ora bisognerà fa fronte allo scoglio più duro, ovvero il debito pubblico, che è andato oltre il limite legale dei 16.400 miliardi di dollari. Entro febbraio 2013 il Congresso dovrà approvare un nuovo limite legale, altrimenti aumenterebbe il clamoroso rischio di un default tecnico. L’agenzia di rating Moody’s ha lanciato un allarme. Secondo gli esperti dell’agenzia, se gli Stati Uniti non prenderanno subito in esame nuove misure per ridurre il deficit c’è la possibilità che il rating “Aaa” venga abbassato nei prossimi mesi.
Anche il Fondo Monetario internazionale ha avvertito gli USA che l’accordo per evitare il fiscal cliff “non è sufficiente” per mettere al riparo le finanze pubbliche nel lungo periodo. Secondo il Fmi è necessario alzare subito il tetto del debito, senza perdere tempo. Secondo Moody’s e Standard & Poor’s, l’intesa sul fiscal cliff comporterà un rallentamento della crescita americana ma non ci sarà recessione.
Moody’s ha poi aggiunto che il rischio di un default degli Stati Uniti è molto limitato. Intanto, ieri le borse americane hannomesso il turbo con l’indice S&P500 in rialzo del 2,54% e il Nasdaq di oltre il 3%. Secondo David Bianco di Deutsche Bank, l’indice S&P500 salirà sui massimi storici entro fine anno. Lo strategist ha alzato il target a 1.575 punti da 1.500, più dei 1.565 punti toccati nell’ottobre 2007.