Il fondo F2i, azionista con una quota del 29,75%, si è infatti da sempre opposto a tale operazione, lamentando soprattutto tempi e condizioni inadeguate, tanto da riuscire a costringere Sea a depositare un’integrazione del prospetto informativo per mettere al corrente i potenziali investitori di alcuni eventi negativi in grado di incidere sui conti dell’azienda stessa, come il consistente calo del traffico aereo e il ritardo nei pagamenti di alcune compagnie aeree.
Lo stesso fondo era inoltre riuscito ad ottenere una rettifica in merito alla politica dei dividendi annunciata da Giuseppe Bonomi (pari al 70% dell’utile) e diversa da quella prevista dal piano approvato dal Consiglio di amministrazione.
Tutte azioni, dunque, che con ogni probabilità hanno contribuito ad allontanare gli investitori, già scoraggiati dall’elevata volatilità che caratterizza i mercati finanziari in questo periodo. Secondo quanto riferito da alcuni giornali, al termine del periodo di offerta la copertura era pari al 30-40%.
Del contributo negativo di F2i sono convinti soprattutto gli azionisti che, al contrario, hanno fatto di tutto per portare la società a Piazza Affari. Pertanto, secondo quanto riferito da alcune indiscrezioni di stampa, nel corso della riunione tenuta lo scorso venerdì, il Consiglio di amministrazione di Sea avrebbe preso in seria considerazione la possibilità di presentare un esposto alla Consob contro F2i per aver ostacolato la quotazione in Borsa.