L’aumento delle tensioni in Medio Oriente, regione che sta diventando sempre più calda su diversi fronti (Siria, Israele-Hamas, Iran), ha nuovamente accesso le quotazioni del petrolio che è tornato a salire sui mercati internazionali. Ieri il future sul petrolio Brent ha chiuso al Nymex con un rialzo del 2,52% a 111,7$ al barile salendo sui massimi da circa un mese, mentre il future sul petrolio Wti ha registrato un balzo del 2,72% a 89,28$ al barile. Anche oggi il greggio è in rialzo.
Secondo l’ufficio studi di Banca Imi (gruppo Intesa SanPaolo), il petrolio Wti si muoverà per un lungo periodo di tempo in un range compreso tra 80$ e 100$ al barile senza mai riuscire a superare con decisione questi fondamentali livelli tecnici. Secondo Banca Imi, l’andamento laterale delle quotazioni dell’oro nero potrebbe addirittura durare anni. Da un punto di vista del trading operativo, un contesto del genere sarebbe molto favorevole ai venditori di opzioni, che potrebbero incassare i premi sugli strike di prezzo summenzionati con qualche sofferenza solo quando i prezzi si avvicinano a questi livelli.
Secondo la banca d’affari italiana, per quanto riguarda l’operatività degli swing trader l’ideale è comprare in prossimità del supporto di 80$ al barile e vendere quando i prezzi si avvicinano alla soglia dei 100$ al barile o viceversa. L’analisi di Banca Imi deriva da un’attenta visualizzazione del ciclo delle quotazioni negli ultimi anni, basata su elementi di carattere fondamentale che spesso fungono da supporto e resistenza.
Secondo Banca Imi, i supporti sarebbero rappresentati dai rischi geopolitici e dalle politiche monetarie espansive, mentre le resistenze dalla debolezza del ciclo economico e dall’eventuale riversamento delle riserve energetiche. Banca Imi effettua la stessa valutazione sul petrolio Brent, dove il range di oscillazione previsto per i prossim anni è di 100$ – 120$ al barile.