Il tasso di cambio euro/dollaro sta vivendo un momento molto difficile, a seguito del peggioramento delle prospettive economiche per la zona euro nei prossimi mesi e sui timori che gli Stati Uniti possano finire in recessione a causa del fiscal cliff. Dopo la rielezione di Barack Obama a presidente degli Stati Uniti, i mercati finaziari sono stati avvolti da un clima di risk off generalizzato che spinto al rialzo le valute rifugio, ovvero il dollaro americano e lo yen giapponese.
Il tasso di cambio euro/dollaro è sceso ieri sui minimi a due mesi a 1,2716, mentre stamattina sta provando un rimbalzo tecnico che per ora si è arrestato in area 1,2790. Il cambio ha un quadro tecnico molto debole, accentuatosi a seguito del breakout ribassista esplosivo del supporto di area 1,28. La fuoriuscita dall’ampia fase laterale su base giornaliera, che durava ormai da oltre un mese, ha creato i presupposti per un incremento delle posizioni corte sul cambio.
Il mercato sta comprando dollari e questo trend potrebbe proseguire da qui a fine mese con ovvie ricadute bearish sul cambio euro/dollaro. I prezzi dovrebbero chiudere questa settimana sotto la key area di 1,28, formalizzando un nuovo segnale di debolezza del cross rate. A questo punto si può ipotizzare uno scenario fortemente bearish in caso di perdita decisa di 1,2720 prima e 1,27 poi.
Se ciò dovesse realmente avvenire, il cambio euro/dollaro potrebbe scendere fino a 1,2650 prima e 1,26 poi nel giro di qualche giorno. Molti analisti finanziari stanno tagliando le loro stime di target sul cambio, nonostante la politica ultra-espansiva della FED. Inoltre, l’euro potrebbe perdere ancora terreno in scia al possibile taglio dei tassi nella riunione di dicembre prossimo.