Secondo i dati raccolti dal Fondo Monetario Internazionale, a settembre 2012 è avvenuta una diminuzione delle riserve auree delle abnche centrali. E’ la prima volta che accade da inizio anno. Le vendite hanno toccato le 4,5 tonnellate e sono arrivate soprattutto dalle banche centrali di Russia e Bielorussia. Hanno venduto molto anche Messico, Repubblica Ceca e Kazakhstan. Il Venezuela ha invece comunicato in ritardo si aver venduto ad agosto scorso 3,7 tonnellate di lingotti d’oro. In controtedenza troviamo il Brasile.
Le autorità monetarie di Brasilia hanno acquistato 1,7 tonnellate d’oro. Non si tratta certamente di un ammontare significativo, ma è il primo intervento della banca centrale brasiliana da dicembre 2008. Secondo gli esperti il Brasile potrebbe avere interesse ad aumentare la diversificazione delle sue riserve valutarie, puntando anche sull’oro. A settembre hanno effettuato piccoli acquisti l’Ucraina (300mila tonnellate) e le Filippine (100mila tonnellate).
La Turchia ha portato le sue riserve auree a 6,8 tonnellate,a nche se in questo caso il dato può essere fuorviante visto che Ankara ha deciso di accettare oro come collaterale dagli istituti commerciali per cui la variazione potrebbe non derivare dagli acquisti fatti direttamente sul mercato. Il deflusso netto di settembre non può essere giudicato come un’inversione di tendenza sul mercato dell’oro, che mostra attualmente una quotazione intorno ai 1.700 dollari l’oncia.
Il rally dell’oro è stato finora spinto dalla politica monetaria ultra-espansiva della FED e delle altre banche centrali mondiali, ma anche dagli acquisti a raffica effettuati dalle banche centrali dei paesi emergenti che hanno diversificato sempre più le loro riserve monetarie. Nel 2011 era avvenuto un incremento delle riserve auree mondiali di 430 tonnellate: il dato più alto dal 1964. Nel primo semestre del 2012 la tendenza è stata confermata, con una crescita di 254,2 tonnellate.