Battuta d’arresto per le quotazioni dell’oro, che hanno aperto la nuova ottava con un profondo rosso dovuto alle minori preoccupazioni degli investitori per l’economia cinese, da tempo in fase di rallentamento. Infatti, nel week-end sono arrivate i dati macro cinesi relativi all’export e alla bilancia commerciale che hanno mostrato risultati incoraggianti e migliori rispetto alle stime di consensus. L’oro ha così ripiegato velocemente e sui mercati asiatici ha toccato il minimo più basso dallo scorso 27 settembre a 1.741$ l’oncia.
Ritornando ai market moveri cinesi, le esportazioni della Cina sono salite a settembre del 9,9% rispetto alla crescita del 2,7% di agosto. Gli analisti si aspettavano un dato migliore ma solo a +5,5% (stime Bloomberg). A settembre il surplus commerciale è aumentato a 27,67 miliardi di dollari dai 26,7 miliardi registrati ad agosto. Il dato è nettamente migliore rispetto alle attese di 22,4 miliardi di dollari.
Da un punto di vista tecnico l’oro ha aperto la settimana con un leggero gap down, a dimostrazione del fatto che gli investitori hanno subito venduto massicciamente il metallo giallo con l’inizio della sessione asiatica. Ad ogni modo i prezzi sono scesi fino a toccare un’area di supporto daily importante, posta tra 1.740$ e 1.735$ l’oncia. Da questi livelli c’è già stata una prima reazione, anche se da 1.750$ potrebbero tornare le vendite nel breve periodo.
Infatti, non vanno escluse nuove vendite nel breve termine con target posto a 1.735$ prima e 1.720$ poi. La correzione dei prezzi dovrebbe però diventare ben presto un’ottima opportunità d’acquisto per gli investitori, con possibile ritorno in area 1.790$ – 1.800$ l’oncia nella prima metà di novembre. La maggior parte delle banche d’affari ritiene che l’oro possa salire fin sopra 1.800$ entro fine anno.