A partire dallo scorso 2 ottobre qualcosa è cambiato sul mercato del dollaro australiano, ovvero una delle valute ritenute tra le più solide al mondo. Infatti, la RBA – la Banca centrale del paese – ha deciso di tagliare inaspettatamente i tassi di interesse al 3,25% dal 3,5%, portandoli ai minimi dal 2009 e a un passo dai bottom assoluti del 3%. Da questo momento si è scatenato un pesante sell-off per la divisa australiana, che nel giro di pochi giorni ha perso più del 2% contro l’euro e l’1,4% contro il dollaro americano.
A partire da questa ottava, però, l’Australian dollar (Aud) ha migliorato sensibilmente il suo quadro tecnico approfittando di un momentaneo black-out sui mercati finanziari che ha penalizzato le principali valute. Tuttavia, alla luce dei recenti dati macroeconomici, molti analisti valutari ritengono che la valuta australiana possa ancora soffrire nelle prossime settimane. L’Aud ha una correlazione positiva e molto forte con i mercati azionari ed è anche la valuta maggiormente impiegata nei carry trade tra quelli dei paesi più sviluppati.
Ora, se il quadro tecnico, dovesse peggiorare ancora, è probabile uno smontamento completo delle posizioni di carry trade che potrebbero facilitare nuove discese della divisa australiana. Le aspettative di proseguimento della politica monetaria espansiva della RBA, iniziata ad ottobre 2011 quando i tassi erano ancora al 4,75%, dovrebbero spingere ancora al ribasso la moneta australiana.
A causa del rallentamento della Cina, la bilancia commerciale dell’Australia è scesa del 10% e ora si teme addirittura che il paese possa finire in recessione. Da qui a fine mese è probabile che il tasso di cambio EUR/AUD possa salire fino a 1,28 prima e 1,30 poi, mentre il cambio AUD/USD potrebbe rivedere la parità. Atteso in discesa anche il cambio AUD/JPY che, in caso di perdita decisa del supporto di 79,50, potrebbe approfondire il ribasso fino a 77 prima e 75 poi.