Sul finire di settembre Fitch aveva confermato il rating AAA del Regno Unito, ma aveva indicato un outlook negativo con la possibilità di un taglio del giudizio sul merito di credito nei prossimi mesi. Ora anche Moody’s potrebbe rivedere il giudizio entro inizio dicembre, sforbiciando il rating di massima affidabilità creditizia che finora la Gran Bretagna ha sempre sbandierato con fierezza in una fase storica molto difficile per la maggior parte dei governi europei. Le probabilità che avvenga un downgrade entro fine anno sono aumentate molto.
Il deficit di bilancio britannico sarà ben presto il più alto d’Europa, peggiore anche dei cosiddetti “Piigs” che hanno quasi fatto crollare l’unione monetaria europea. Il prolungamento del programma di austerity varato dal premier David Cameron dovrebbe impattare negativamente ancora per molto tempo sull’economia di Sua Maestà. La crescita economica sarà inferiore alle attese già da quest’anno, anche se il Regno Unito può far leva su una politica monetaria e fiscale più flessibile rispetto all’area euro.
Disavanzo delle partite correnti, crollo degli investimenti stranieri e crescita zero sono tre fattori negativi che alla fine potrebbero spingere le agenzie di rating a tagliare la tripla A e a far perdere lo status di porto sicuro ai Gilt e alla sterlina. Finora la divisa britannica ha mostrato grande forza, sia contro dollaro americano che contro euro, ma in questo modo ha frenato l’export.
Jim Leaviss, money manager del fondo M&G Global Macro Bond, sottolinea che “storicamente le fasi in cui il deficit supera il 3% del pil sono spesso seguite da forti ribassi della sterlina”. In caso di downgrade sul Regno Unito, lo status di porto sicuro verrebbe messo in discussione e a quel punto anche sui mercati valutari potrebbe esserci un forte movimento ribassista sulla sterlina.