L’incertezza che si respira sui mercati finanziari negli ultimi giorni sta bloccando le velleità di rally di tutti gli asset storicamente più rischiosi, nonostante le imponenti misure di stimolo monetario fornite all’economia dalle principali banche mondiali. La crisi dei debiti sovrani europei sembra stia allentando la morsa, sebbene la Spagna resti ancora un fronte caldo da tenere sotto controllo. Ora l’attenzione degli investitori dovrebbe spostarsi sui fondamentali economici, per capire quali prospettive ci sono per la crescita nelle aree economiche più importanti.
Il primo vero banco di prova sarà offerto dai dati sul mercato del lavoro negli Stati Uniti. Se i non-farm payrolls, ovvero le nuove buste paga erogate nel settore non agricolo, saranno in crescita e/o superiori alle attese, il mercato potrebbe apprezzare le manovre di politica monetaria della FED e dare il via a nuovi acquisti, migliorando sensibilmente il sentiment.
In questo contesto il cambio euro/dollaro resta in una posizione di non facile inquadratura, considerando lo spettacolare rally estivo e la forte correzione delle ultime due settimane. Gli investitori ancora non hanno deciso se continuare a dare fiducia alla moneta unica europea, così negli ultimi giorni il cambio si è stabilizzato tra 1,2950 e 1,28. Da un punto di vista tecnico, il cambio euro/dollaro ha trovato un ottimo supporto in area 1,28 due giorni fa.
Ora l’eventuale strappo rialzista dei prezzi sarà possibile solo se avverrà il breakout esplosivo della resistenza di area 1,2970. La rottura di questa key area dovrebbe spingere velocemente le quotazioni sopra 1,30 e facilitare l’ascesa verso i top di periodo di area 1,3170. La neegatività sul cambio tornerebbe in caso di chiusura giornaliera sotto 1,2850 per un target posto a 1,28 prima e 1,2750 poi.