Continua la fase di incertezza sui mercati, nonostante le nuove iniezioni di liquidità promosse dalla Federal Reserve e dalla Bank of Japan. Alcuni analisti finanziari, che non vedono di buon occhio questo genere di politiche monetarie non convenzionali, ritengono che sia in atto una “trappola della liquidità”, mentre i più ottimisti sono convinti che a breve possa tornare l’appetito per il rischio. Finora, però, sui mercati valutari gli investitori stanno acquistando dollari americani e yen, mettendo nuovamente da parte l’euro.
Il tasso di cambio euro/dollaro è sceso ieri fino a 1,2890, ma la sensazione è che a questo punto si possa scendere almeno fino a 1,2870 – 1,2850. Il raggiungimento della EMA20 giornaliera dovrebbe attirare l’attenzione di molti compratori, soprattutto gli ottimisti che credono ancora in un proseguimento del rialzo della moneta unica europea. Se la situazione di negatività dovesse perdurare, è probabile un approdo sull’area di supporto daily di 1,2750.
Da un punto di vista tecnico non ci sono segnali long di breve periodo. Il ritorno del bullish trend dovrebbe avvenire solo in caso di breakout deciso di 1,30 – 1,3050 da confermare in chiusura di giornata. Nel frattempo è giusto attendersi un ulteriore approfondimento ribassista verso i supporti di breve periodo. Sull’euro pesa l’incertezza relativa alla crisi della Spagna, in attesa del vertice Merkel-Draghi-Lagarde di domani, è le fosche prospettive di crescita (ieri indice Ifo tedesco ai minimi da febbraio 2010).
Nel pomeriggio sono attesi importanti dati macroeconomici negli Stati Uniti. Si inizierà con l’indice Case/Shiller dei prezzi delle case a luglio (ore 15) per proseguire con l’indice di fiducia dei consumatori a settembre (ore 16). Il cambio euro/dollaro dovrebbe essere molto influenzato da questi due market mover, per cui la volatilità è attesa in aumento a partire da questo pomeriggio.