Tali aste, ricordiamo, sono state fatte slittare alla prima settimana di settembre soprattutto per scongiurare il pericolo che, a causa del periodo di ferie, le banche facenti parte del consorzio di garanzia sarebbero state costrette ad accollarsi gran parte dell’inoptato.
Ma a quanto pare far slittare di qualche settimana la data di inizio delle aste non è servito molto. Stando alle prime indiscrezioni trapelate nel corso della mattinata, infatti, sembrerebbe che durante la prima parte della giornata sia stata collocata una quota molto marginale dei diritti offerti.
Più nel dettaglio, per quanto riguarda Fondiaria Sai, sarebbero stati collocati solo 975 diritti ad un prezzo unitario di 5,12 euro, mentre Unipol sarebbe riuscita a collocare 3.000 diritti ad un prezzo di 1,232 euro. Nel complesso, ricordiamo, l’inoptato dei due aumenti ammonta a circa 665 milioni di euro: per Fondiaria Sai è di 291 milioni per le azioni ordinarie e di 141 milioni per le azioni di risparmio, mentre per Unipol è di 229 milioni per le azioni ordinarie e di 146 milioni per quelle di risparmio.
Secondo gli analisti, proprio l’insuccesso dell’asta è alla base della performance negativa che nella seduta odierna contraddistingue la quotazione sia di Fonsai che di Unipol. Nel pomeriggio, infatti, i due titoli segnano rispettivamente una flessione dello 0,39% a 1,025 euro e una perdita dell’1,15% a 2,064 euro.