Inoltre, il clima di risk off dovuto alla crisi dei debiti sovrani europei sta portando molti investitori a liquidare le posizione speculative net long sulle materie prime e molti hedge funds stanno provando a cavalcare l’onda ribassista. Dopo un ottimo primo trimestre, è crollato anche il petrolio. Il Brent resta sempre sopra 100 dollari al barile, ma il greggio Wti da inizio mese è passato da area 106,4 dollari a 89,2 dollari. La discesa per il greggio americano è stata pari al 19%.
► GLENCORE OTTIMISTA SULLE MATERIE PRIME NEL 2012
Non se la passa meglio l’oro, che da fine febbraio scorso – quando quotava a 1790 dollari l’oncia – è sceso fino a 1527 dollari per una performance negativa pari al 17%. La fuga dal rischio ha colpito anche l’ex bene rifugio, che sta mostrando un andamento correlato al cambio euro/dollaro: quanto più questo cross rate scende, tanto più anche l’oro perde valore.
► ORO NON E’ PIU’ UN BENE RIFUGIO
I prodotti agricoli sono tra i più colpiti. Lo zucchero grezzo ha perso da inizio anno più del 16%, il caffè arabica il 26%. Male anche il cotone, che quest’anno ha perso quasi un quarto del suo valore. In discesa sui minimi a circa 5 mesi ci sono poi i metalli non ferrosi: rame, nickel e alluminio. La discesa dei prezzi è dovuta soprattutto ai timori di un hard landing della Cina.