Stamattina il petrolio WTI ha toccato il minimo più basso degli ultimi 7 mesi in area 91,5 dollari al barile. Da inizio maggio la discesa è stata decisamente robusta, visto che si è passati da un massimo di 106,4 dollari circa a 91,5 dollari al barile. Il crollo per il greggio americano è stato accentuato anche da fattori tecnici, come la perdita della fondamentale area di supporto giornalieera di 95,5 dollari.
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Inoltre, c’è da considerare anche che le scorte di greggio sono salite al record storico di 45,13 milioni di barili. Negli Stati Uniti gli stock di petrolio sono ai massimi da 21 anni e continuano a crescere. Gli investitori stanno però accusando pesantemente il divario tra il prezzo del petrolio americano e quello europeo, visto che si tratta di una speculazione in voga ormai dall’estate del 2010 cioè quando si è verificata questa anomalia.
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A febbraio molti hedge funds si erano posizionati al rialzo sul petrolio WTI scommettendo su un restringimento dello spread. Le cose sono andate diversamente e molto probabilmente molti investitori si saranno scottati. Secondo la banca d’affari americana Goldman Sachs, il restringimento dello spread resta possibile e dovrebbe avvenire entro fine 2012 con un gap di appena 5$ tra WTI e Brent. La tesi di Goldman non è però condivisa da altre banche, come Citicorp e Barclays.