Iera sera dai verbali dell’ultima riunione della Fed, avvenuta il 29 e 30 gennaio, è emerso che diversi esponenti del Fomc, ovvero il braccio operativo dell’istituto monetario di Washington, stanno facendo pressione per fermare il piano di allentamento monetario prima del previsto. Nella prossima riunione del 19 e 20 marzo prossimo si discuterà, quindi, di un possibile cambio di strategia di politica monetaria. Attualmente il piano di quantitative easing della Fed prevede l’acquisto di titoli di stato e bond garantiti da mutui per 85 miliardi di dollari al mese.
Il piano di stimolo monetario della Fed, giunto al terzo round nel settembre scorso e iniziato dopo la crisi finanziaria del 2008 per rilanciare l’economia e l’occupazione, si aggiunge anche al mantenimento dei tassi di interesse su livelli vicini allo zero. Dopo la minute della Fed di ieri sera, la reazione dei mercati non si è fatta attendere. Wall Street ha messo la retromarcia e alla fine ha chiuso in territorio negativo.
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Sul forex forti acquisti sul biglietto verde, mentre sono crollati euro, sterlina e le valute legate all’andamento delle materie prime. Il tasso di cambio euro/dollaro, che ieri mattina quotava a 1,3430, è sceso questa mattina fino a 1,3235, perforando così anche il supporto giornaliero di area 1,3250. Il cambio è sceso sui livelli più bassi da oltre un mese.
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Giù il cambio sterlina/dollaro fino a 1,5130: il cable è tornato sui livelli di luglio 2010. Il cambio dollaro/yen, invece, resta stabile in area 93,50 circa. Pesante battuta d’arresto per l’oro, già in fase discendente da diverso tempo. La notizia della probabile fine del piano di allentamento monetario della Fed potrebbe mettere k.o. il metallo giallo, che solo ieri ha perso più del 2%. Stamattina l’oro è sceso fino a 1.555 dollari, sui minimi da luglio scorso.