Stanotte il tasso di cambio euro/dollaro ha toccato il massimo più alto delle ultime 4 settimane a 1,3063, superando temporaneamente l’area di resistenza giornaliera di 1,3050. In effetti, dopo il breakout rialzista dei prezzi, il cambio ha cominciato a perdere momentum fino ad arretrare in area 1,30. Il ritorno delle quotazioni sulla soglia psicologica di 1,30 sarà un test molto importante. La tenuta di quest’area consentirà verosimilmente ai prezzi di riprendere la marcia rialzista nel breve periodo, ma una discesa sottto 1,30 potrebbe far scattare forti vendite.
Lo scenario bullish sarà quindi possibile se i compratori saranno capaci di esercitare una pressione tale da evitare un brusco sell-off, in caso di perdita del livello tecnico e psicologico di 1,30. In questo modo i prezzi potrebbero iniziare una nuova fase di consolidamento sopra 1,30 per puntare entro questa settimana al raggiungimento di nuovi obiettivi tecnici posti a 1,3060 prima e 1,31 poi.
Mentre il Giappone avvia una nuova svalutazione dello yen, attraverso una politica monetaria ultra-espansiva e senza precedenti, la Bce ha confermato la sua intenzione di attuare una politica monetaria ccomodante ma senza tagliare i tassi nonostante la recessione nell’area euro. La moneta unica resta così abbastanza forte, soprattutto dopo l’inizio delle prese di beneficio sul dollaro americano a seguito dei deludenti dati sul mercato del lavoro di venerdì scorso.
Anche se la guerra delle valute non esiste secondo Bernanke (ma anche per altri banchieri centrali, come Mario Draghi), l’euro si trova in una condizione di svantaggio a causa della rigidità della politica monetaria della Bce. Il cambio euro/dollaro potrebbe così muoversi tra 1,29 e 1,31 nei prossimi giorni, ma probabilmente senza mettere in moto accelerazioni vistose da una parte e dall’altra.